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domenica, settembre 03, 2006

Pomeriggio Black & White

Vengo svegliata dal cellulare che vibra, è arrivato un messaggio, so già da chi (papà). Mentre lo leggo, N. mi dice: “Voglio scrivere un libro”. E’ li, sulla sua sedia ‘un poco a dondolo', fuori un tempo autunnale: pioggia a tratti, vento, grigiore. Quasi invernale direi se non fosse che non fa freddo. In effetti è proprio un bel momento per scrivere, o per leggere. E allora in questo pomeriggio letterario propongo un libro, Balenciaga Paris. E’ sicuramente difficile parlare degli effetti portati da Cristobal Balenciaga nel mondo della moda più di 50 anni dopo, da quando aprì il suo primo salone parigino nel 1937, fino alla chiusura ed al ritiro, nella natìa Spagna, nel 68’. Il suo tratto distintivo fu lo sposalizio tra linee fredde e minimaliste e maniche a palloncino, nastri e fronzoli. Balenciaga sperimentò molto su linee, tessuti e colori ma rimase sempre fedele a tagli ridotti per le sue creazioni. Molte delle sue innovazioni sono oggi dei classici ed è difficile considerarle qualcosa di nuovo. Il libro, che accompagna una mostra al Musèe des Arts Decoratifs di Parigi, ci prova. Raccoglie articoli, schizzi e tante immagini, molte delle quali realizzate dai più importanti nomi della fotografia di moda: Irving Penn, Richard Avedon e anche Henri Cartier-Bresson. Il trait d'union tra la rivoluzione che avvenne negli anni 50’ e la sua applicazione nel 21’ secolo è garantito dall’inclusione, nella seconda parte, di Nicolas Ghesquiere, il giovane stilista che ha ridato vita alla casa di moda dal 1997. Le immagini sono veramente affascinanti, un pò meno il testo che le accompagna, che riporta ai tempi in cui il giornalismo di moda era alquanto arido e molto meno vitale di quanto non sia oggi.
Sempre parlando di fotografie di moda, fino al 14 Ottobre è aperta a Londra la mostra di Deborah Turberville (The Narrative Works 1975-1997). Le fotografie, molte delle quali un pò rovinate e volutamente sovraesposte, furono tutte commissionate dalle più importanti riviste di moda.
Ben si inseriscono nello spazio espositivo industriale (si tratta di una ex stazione idroelettrica), conferendo al tutto un’atmosfera ambivalente: stylish e vintage ma allo stesso tempo decadente e quasi gotica. Segnalo in particolare una serie di scatti realizzati nel 75’ per Vogue nei bagni termali di New York: le modelle sembrano ballerine, appoggiate languidamente contro i muri di steam rooms e con un aspetto pallido e misterioso. Le foto sono accompagnate da citazioni di Proust, Gérard de Nerval, Bruno Schulz. La mostra, gratuita, è aperta fino al 14 ottobre, qui.

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1 Comments:

At 1:54 PM, Anonymous Anonimo said...

È possibile trovare più di 100 ( cento!!) vestiti da donna della metà degli anni '50 e dell'inizio degli anni '60 del secolo scorso.

 

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